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DI GIUSEPPE VIGNATO, Amministratore Unico di Bim Gsp
Pubblicato sul n. 2 di aprile 2020 della rivista bimestrale Dolomiti dell’Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali.
Era il 19 aprile 2012 quando i Sindaci bellunesi riuniti in assemblea presso il Consiglio di Bacino “Dolomiti Bellunesi”, istituito presso la Provincia di Belluno e preposto a definire il piano degli investimenti, delle tariffe e il controllo del Servizio Idrico Integrato, deliberarono l’aumento delle tariffe dell’acqua del 29,95%.
Quella delibera segnò il momento di svolta nella gestione del Servizio Idrico Integrato della provincia di Belluno (integrato in quanto include acquedotti, fognature e depuratori in un’unica filiera industriale), servizio che dal 2004 i Sindaci avevano affidato alla BIM Gestione Servizi Pubblici S.p.A. (d’ora in poi BIM GSP) con una convenzione trentennale che scadrà nel 2033.
Tale società era gestita da un consiglio di amministrazione composto da sette Sindaci secondo logiche prettamente politiche e quindi in evidente conflitto di interessi tra il controllante (Consiglio di Bacino) e il controllato (BIM GSP). Deliberando tariffe che non coprivano i costi del servizio idrico, la gestione economica risultava in perdita e arrivò ad accumulare al 31 dicembre 2011 debiti per oltre 89 milioni di euro, di cui 20 milioni verso i Comuni stessi per il mancato rimborso dei mutui bancari che avevano assunto prima del 2004, cioè quando il servizio idrico era gestito direttamente dai singoli Comuni.
La situazione, pertanto, doveva essere sanata, al più presto pena il fallimento della società, oltretutto pubblica visto che la proprietà di BIM GSP è dei 60 Comuni bellunesi.
Quest’ultimi, in quanto enti pubblici, sono soggetti al controllo economico e finanziario della Corte dei Conti, la quale, a causa dei mancati incassi dei crediti dalla società partecipata, cominciò a bloccare ai Comuni la disponibilità degli avanzi di gestione e a minacciare di danno erariale i Sindaci, ovvero di richiedere loro il rimborso del credito se BIM GSP, già iscritta nell’albo delle società pubbliche a rischio fallimento istituito presso il Ministero della Giustizia, fosse davvero fallita.
Nel frattempo, a novembre 2011, l’assemblea dei Sindaci di BIM GSP decise di sostituire il vecchio consiglio di amministrazione dei sindaci con uno di tre membri non politici.
L’operazione, però, non diede i frutti sperati; pertanto, dopo un anno e mezzo, si decise di cambiare ancora la governance della società affidandola questa volta ad un amministratore unico, esperto di gestione aziendale, che fu nominato dall’assemblea dei soci il 23 maggio 2013, dopo una selezione che coinvolse una trentina di candidati.
La svolta definitiva si ebbe quando l’Autorità di Regolazione del Servizio Idrico Integrato, ente del Ministero dello Sviluppo Economico, con sede a Milano, che regolava anche i mercati dell’energia elettrica e del gas (d’ora in poi ARERA), con delibera n. 506 del 7 novembre 2013, approvò finalmente il nuovo Piano degli Interventi, il relativo Piano Economico Finanziario e concesse a BIM GSP la possibilità di aumentare le tariffe del 29%, di cui il 13% come aumento massimo sulle tariffe precedenti e il 16% come addizionale per poter recuperare i crediti messi nei bilanci fino al 2011 come “futuri aumenti tariffari”, cumulati per 30 milioni di euro, mai bollettati e fino allora mai incassati. Dal 2013 abbiamo riorganizzato BIM GSP con una visione manageriale, valorizzando cioè le risorse umane e approntando una strategia industriale atta ad affrontare la complessità del Servizio Idrico Integrato che porta ogni anno 14 milioni di metri cubi d’acqua a 155.000 utenti bellunesi tramite 3.400 chilometri di rete acquedottistica, e che gestisce 1.500 chilometri di fognature, 250 vasche imhoff (piccoli depuratori) e 64 moderni depuratori, ponendo la giusta attenzione al rispetto ambientale e allo sviluppo del territorio bellunese che è ad alta vocazione turistica.
La gestione è stata poi basata sulla legalità - soprattutto degli appalti - quale principio fondamentale della filosofia d’impresa, attraverso un sistema interno di controllo e di gestione dei rischi, inclusi gli appalti, di un codice etico e di un piano anticorruzione che viene aggiornato ogni tre anni. Inoltre sono state ottenute le certificazioni della qualità del servizio e della sicurezza sui posti di lavoro, che valorizzano il servizio offerto e la sostenibilità delle attività dal punto di vista ambientale, e garantiscono la tutela degli stakeholder ovvero delle parti interessate al buon andamento dell’azienda.
L’acqua potabile, che, stando ai dati della regione Veneto, è solo lo 0,8% del totale dell’acqua della provincia di Belluno, proviene da 500 sorgenti situate in aree protette e caratterizzate da bassi livelli di inquinamento; si tratta, quindi, di acqua di elevata qualità da preservare e proteggere: BIM GSP si è impegnata a garantire sia la continuità del servizio di erogazione sia la qualità dell’acqua eseguendo controlli lungo tutta la filiera, dalla sorgente al rubinetto, in collaborazione con l’ente di controllo che è il reparto analisi dell’ULSS Dolomiti. Inoltre promuove iniziative di sensibilizzazione delle Comunità locali circa il rispetto delle risorse idriche e l’uso consapevole dell’acqua, in particolare attraverso le scuole, tanto da coinvolgere annualmente un migliaio di studenti.
Consapevole dell’importanza della tutela della risorsa idrica e dell’ambiente, certa che la gestione non responsabile dell’acqua rappresenti una seria minaccia per la sostenibilità ambientale e le generazioni future, BIM GSP cerca di restituire alla natura acque reflue depurate dalle sostanze inquinanti, soprattutto con investimenti in moderni depuratori di ultima generazione, meno energivori e meno produttori di fanghi. Così, negli ultimi anni sono stati costruiti nuovi depuratori a Valle di Cadore, Sappada, Falcade, Longarone, Sedico, e prossimamente saranno realizzati quelli di Livinallongo, Val di Zoldo, Borca e Santo Stefano di Cadore.
Per quanto riguarda i servizi svolti, l’azione di BIM GSP è decisamente orientata alla soddisfazione del cliente con grande attenzione alla qualità del servizio reso, all’efficienza e al miglioramento continuo delle proprie prestazioni.
Dal 2016 la rilevazione annuale della customer satisfaction dà una percentuale di soddisfazione degli utenti di oltre il 91%, superiore alla media nazionale del settore idrico che si attesta all’89%. La tariffa del Servizio Idrico Integrato è il corrispettivo spettante al gestore per tutti gli oneri e le obbligazioni a suo carico connessi alla gestione del servizio ed è calcolata applicando il metodo tariffario fissato dall’Autorità Nazionale.
Tutte le tariffe hanno natura di corrispettivo e sono determinate tenendo conto della qualità della risorsa idrica, del servizio fornito, delle opere e dell’entità dei costi di gestione delle stesse, in maniera da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio economico-finanziario del pieno recupero dei costi.
Dal 2018 l’ARERA ha invitato i Consigli di Bacino a ridefinire le tariffe, che BIM GSP ha applicato calcolando un corrispettivo più equo, legato al numero dei componenti familiari o alla tipologia delle attività produttive, al consumo e al valore della risorsa idrica, questo per disincentivarne gli sprechi, e comunque garantendo 50 litri per abitante al giorno a tariffa agevolata (il cosiddetto “diritto all’acqua”).
L’aumento delle tariffe degli ultimi anni è stato funzionale a raggiungere l’equilibrio economico finanziario del servizio idrico e a sostenere il fabbisogno di investimenti necessari a mantenere nel tempo la disponibilità del “bene comune acqua”, senza dimenticare la sostenibilità sociale ovvero incentivando un uso intelligente, parsimonioso e responsabile nell’interesse sia di chi la utilizza oggi che delle future generazioni.
Riteniamo che nell’industria idrica le sfide da affrontare esigano una visione e una progettualità di lungo periodo con operatori che facciano sistema con i propri territori e siano realizzatori di un modello sostenibile e duraturo.
Negli ultimi sette anni BIM GSP ha realizzato 50 milioni di nuovi investimenti recuperando in parte il gap infrastrutturale idrico della provincia di Belluno, ha ridotto le spese correnti di 4 milioni rispetto al 2012, ha ridotto l’indebitamento da 89 a 33 milioni ovvero di 56 milioni di euro, tutte performance economico-finanziarie che esprimono la capacità dell’azienda di operare secondo i principi di efficienza, efficacia ed economicità.
Così, oltre ad aver messo forti radici organizzative e territoriali, con 180 dipendenti altamente professionali e una solida base patrimoniale di infrastrutture idriche, abbiamo posto le premesse affinché nei prossimi anni BIM GSP possa sostenere un’ulteriore crescita delle attività e degli investimenti con conseguente creazione di valore per il territorio e benefici per tutti i portatori d’interesse: utenti, famiglie, imprese, Comuni.
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